L’Albero della Vita è uno dei simboli più noti della geometria sacra.
La struttura dell’ Albero della vita è collegata ai sacri insegnamenti della Cabalà ebraica.
Alcuni studiosi parlano di resti storici che ci riportano a civiltà antiche ritenendo che l’Albero della Vita sia un adattamento ebraico di simboli già presenti in Egitto 3.000 anni fa.
Altri credono che questo “Albero della Vita” della Kabbalah corrisponda all’Albero della Vita menzionato nella Bibbia (Genesi 2: 9).
Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l’albero della vita in mezzo al giardino e l’albero della conoscenza del bene e del male.
Genesi 2,9
Per lo Zohar, le origini di questa breve opera risalgono a 2000 anni prima della Creazione del mondo, in quanto sia le Lettere che i Numeri, esistevano già celati in Dio.
Cosa certa è che costituisce le fondamenta di interpretazione religiosa mistica utilizzando l’Albero della Vita per rendere distinta l’Essenza Infinita di un Dio Unico e Creatore, nelle modalità in cui egli ha creato a partire dal “vuoto” questo mondo che è il nostro.
Questo concetto è sviluppato, in geometria sacra, come un simbolo realistico inserito nel fiore della vita che rappresenta una “mappa” della Creazione.
E’ possibile osservare la struttura dell’ albero della vita in molti luoghi in tutto l’universo conosciuto e non è ad utilizzo esclusivo del pensiero religioso ebraico in quanto le sue prime origini precedono le religioni del mondo e formano la struttura primordiale delle filosofie sia occidentali che orientali, le religioni e le discipline new-age (correnti psicologiche, sociali e spirituali e olistiche alternative sorte alla fine degli anni ’60).
Inoltre è ben nota la cabala ermetica nata insieme alla corrente cabalistica cristiana del Rinascimento.
Gli archetipi biblici sono presenti nel profondo di ogni popolo moderno.
Lo studio della Cabalà aiuta l’attivazione di tali archetipi biblici, la scoperta che i racconti della Scrittura sono modelli di vita validi e attuali.
In definitiva la Cabalà è:
- Un sistema metafisico che spiega le varie fasi della creazione del mondo, lo scopo della
vita umana e il rapporto con il Creatore. - Una scala di valori che definisce l’autentica differenza tra bene e male, insieme al ruolo
e al significato dell’uno e dell’altro, nella propria vita e nel mondo. - Un sistema di insegnamenti sul come rendere più profonda, sincera ed efficace la nostra
vita spirituale, la preghiera e la meditazione. - Una guida capace di condurci all’unione tra il lato maschile e quello femminile, sia
all’interno di ciascuno di noi che nei rapporti tra uomo e donna.
La Cabala e l’Albero della vita hanno influenzato
- la Gematria
- la numerologia
- l’astrologia occidentale
- l’alchimia
- le religioni pagane soprattutto egiziane e greco-romane (da cui il termine ” cabala ermetica”)
- il neoplatonismo
- lo gnosticismo
- il sistema enochiano di magia angelica prodotto da John Dee e Edward Kelley
- l’ermetismo
- le religioni dell’Estremo oriente
- il simbolismo dei tarocchi.
Lo schema dell’Albero della Vita è così formato
- 3 pilastri
- 22 sentieri
- 4 mondi,
- 10 centri energetici (o numerazioni chiamate Sephiroth),
- 3 veli o triadi
il cui insieme forma le 32 vie della Saggezza (queste 32 vie corrispondono alle 10 Sephiroth e ai 22 sentieri).
Le 10 sfere sono disposte su tre pilastri verticali paralleli e corrispondono alle tre vie che ogni essere umano ha davanti:
- Pilastro della misericordia (l’Amore o la Grazia, a destra),
- Pilastro del rigore (la Forza o la Severità, a sinistra),
- Pilastro della coscienza (la Compassione al centro).
I pilastri a destra e a sinistra rappresentano le due polarità basilari di tutta la realtà: il maschile a destra e il femminile a sinistra, dai quali sgorgano tutte le altre coppie d’opposti presenti nella creazione.
La via mediana, chiamata anche “via regale”, ha in sé la capacità di unificare gli opposti e si estende al di sopra e al di sotto degli altri due.
Senza il pilastro centrale, l’Albero della Vita può divenire quello della conoscenza del bene e del male (quello biblico).
Le 10 sfere sono così posizionate
- tre a sinistra,
- tre a destra
- quattro nel centro;
Le dieci Sefirot sono collegate da 22 Sentieri o Canali:
- tre orizzontali
- sette verticali
- dodici diagonali.
Ogni canale corrisponde ad una delle ventidue lettere dell’alfabeto ebraico e cioè i 22 sentieri
L’Albero della Vita è tradizionalmente diviso in quattro sezioni chiamate mondi e corrispondenti ai livelli dell’esistenza dove al suo interno la Divinità è “velata”
- Atziluth: l’Emanazione (gli archetipi, i concetti, la mente astratta),
- Beri’ah: la Creazione (la mente concreta, le forme pensate),
- Yetzirah: la Formazione (le emozioni, i sentimenti, l’astrale),
- Asiyah: l’Azione (la cristallizzazione).
A loro volta i 4 mondi sono separati da tre veli orizzontali partendo dal basso verso l’alto (Fratellanza, Ugualianza, Libertà) e rappresentano
Il primo velo è quello dell’iniziazione.
Esso forma il limite tra Malkhut e il resto dell’albero. L’iniziato che supera questo velo, all’inizio del suo lavoro, prende coscienza del mondo non materiale, e può cominciare a padroneggiare il dominio spirituale e mentale.
Triangolo inferiore o il triangolo della personalità (i pensieri, i sentimenti, e il subconscio)
Il secondo velo è il Paroketh.
Esso separa le tre Sephiroth del mondo psichico (Yessod, Hod, Nezakh) da quelle dei domini superiori. L’iniziato che lo supera raggiunge la piccola illuminazione, la nascita di Tiferet, e prende coscienza della sua natura profonda.
Triangolo mediano o il triangolo dell’Anima (la scintilla individuale dello Spirito universale che si è frammentato per formare il nucleo di ogni essere vivente)
Il terzo velo è quello della coscienza stessa
Triade Superna o Triangolo Divino: il triangolo dello Spirito (comune a ognuno e all’intero Universo),
il regno del transpersonale
Esso attraversa Daat, la “non Sephira” della conoscenza, e separa le tre Sephiroth del mondo mistico (Tiferet, Ghevurah, Chessed) dalle tre Sephiroth metafisiche (Binah, Khokhmah, Keter).
L’albero della vita conta 10 sfere ciascuna delle quali rappresenta un aspetto del nostro essere ad ogni livello:
- fisico,
- emotivo o astrale
- mentale
Le Sephirot sono l’origine d’interi settori dell’esistenza, sia nel mondo fisico sia in quello psicologico, come pure in quello spirituale.
Un esempio di ciò, nel mondo fisico, ci viene dalla struttura stessa del sistema solare.
Al suo centro c’è il sole dalla quale proviene la luce che riempie e vitalizza tutte le altre, i nove pianeti che gli girano intorno rappresentano le altre nove Sephirot.
Nel piano psicologico, le dieci sefirot sono dieci stati della psiche umana:
- corona
- intelligenza
- sapienza
- conoscenza
- forza
- amore
- bellezza
- splendore
- eternità
- fondamento
- regno
Il più alto, la corona, è la condizione, peraltro raramente sperimentata, di totale trasfigurazione nel trascendente.
Vi sono poi due tipi diversi di conoscenza intellettuale, corrispondenti alla percezione separata dei due emisferi cerebrali: la prima più artistica e intuitiva e la seconda più logica e razionale.
Questo dato conferma l’estrema modernità e scientificità della cabalà.
Dopo le prime tre Sephirot vi sono sei stati emotivi della psiche vicini all’esperienza fisica e tutti e sei sono generati dall’opposizione fondamentale tra la 4° sfera (chessed-amore) e la 5° sfera (Ghevurah-forza) comprensibili anche come attrazione e repulsione.
Infine l’ultima sefirà, malkhut (regno), corrisponde ad uno stato psicologico rivolto soprattutto alle contingenze del mondo fisico e alle sue necessità.
Nel piano più spirituale le 10 Sephirot diventano
- le “dieci potenze dell’anima”
- dieci luci o sorgenti d’energia
che aiutano costantemente la crescita di coloro che sanno connettersi con esse, nel loro cammino di ritorno all’albero della vita.
Le dieci Sephirot ( considerate le dieci Emanazioni o strumenti di Dio) sono:
- Kèter, corona o diadema regale (centro della volontà creatrice, ispirazione dell’universo)
- Chokhmàh, saggezza (inizio e fine di tutto, pensiero)
- Binàh, comprensione, intelligenza (elaborazione e dunque matrice femminile dell’universo)
- Chèssed,misericordia, grazia (centro dell’organizzazione e della concretizzazione, dell’abbondanza, del potere e dell’autonomia)
- Ghevuràh,giustizia, potenza, rigore (dimora del “chirurgo celeste” che agisce perché le leggi cosmiche siano rispettate: si tratta del centro maschile dell’universo)
- Tifèret,bellezza (legame tra i mondi dello spirito e le realtà materiali, questo centro impianta nell’uomo la coscienza)
- Nèzakh,Vittoria, trionfo (centro della bellezza che ispira, della materializzazione dell’amore)
- Hod,gloria, onore, eternità (centro che applica le leggi della sephirà di Binah a un livello vicino alla dimensione materiale: si tratta dello stadio finale dell’elaborazione del piano della vita)
- Yessòd,fondamento (centro che produce la realtà materiale: trasmette le informazioni di provenienza della coscienza superiore di Tiferet verso il mondo fisico e viceversa)
- Malkhùth,regno (centro che rappresenta la realtà fisica, associata al pianeta Terra)
- Dàat***, conoscenza (grande biblioteca cosmica che racchiude tutte le memorie dell’Universo) è considerata la “sephirà nascosta” e normalmente non entra nel computo delle dieci, si trova tra Kèter e Tifèret nella colonna centrale, il Pilastro della Coscienza.
(***Ai fini cabalistici scuole di pensiero diverse l’hanno presa in considerazione e altre no.)
Se volessimo inserire questa Sephirot ai tempi odierni possiamo abbinare la “Sfera” alla stella Sirio secondo la civiltà egizia; in Angelologia possiamo inserire l’Arcangelo Uriel. Il suo nome significa Luce o Fiamma di Dio, Arcangelo della Divina Presenza, della Salvezza, e, in scritture successive, “volto di Dio”.
È spesso raffigurato con un libro o un rotolo di papiro (per la sua saggezza). Uriel è un patrono delle Arti, ed è descritto come “lo spirito dalla vista più acuta in tutto il Cielo”.
Le 32 Vie della Sapienza sono, pertanto, gli elementi essenziali da cui scaturisce tutta la realtà, sia fisica relativa al mondo fenomenico che spirituale.
Esattamente come avviene con i chakra, coi quali peraltro le sfere hanno un’esatta corrispondenza, l’Albero della Vita ha appunto 7 piani
I 22 sentieri che uniscono il Regno alla Corona di Keter sono stati elaborati e studiati con la cabala ermetica e la tarologia associando gli Arcani maggiori.
Con la Gematria associando il significato delle lettere dell’alfabeto ebraico ai numeri per decifrare così i testi sacri antichi della cabala.
Con l’Astrologia associando i pianeti ai segni zodiacali delle 10+1 sfere.
Con l’Angelologia associando i 10 pianeti ai 10 Arcangeli reggenti i 9 cori angelici + il Regno: il Pianeta Terra.
L’I-CHING, Il Libro dei Mutamenti, anch’esso è collegato ai 22 sentieri + le 11 sfere.
Per vivere la spiritualità e la realtà della vita dovremmo imitare gli alberi
con i rami alti che sfiorano il cielo e le radici aggrappate profondamente alla terra.
Romano Battaglia, L’uomo che vendeva il cielo, 2011
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