Il mistero, il mito e l’origine dei tarocchi si perde nella notte dei tempi.
Si ha la sola certezza che abbiano origine esoterica e alchemica dalla simbologia all’interpretazione arcana.
La teoria più diffusa su cui si è basato il mondo dell’occulto racconta del loro arrivo in Europa dal lontano Nord Africa o probabilmente medio-oriente con le popolazioni gitane che ne custodirono per primi i misteri e l’utilizzo qui in Europa.
Tra i primi a parlare dei tarocchi e a classificarli dando loro un’appartenenza ed un’origine fu Antoine Court de Gebelin (1719-1784) filosofo e pastore protestante che abbandonò il Ministero come Pastore e si dedicò agli studi delle principali teorie esoteriche dell’epoca, come i Rosacroce, l’ermetismo, la cabala, le teorie di Emanuel Swedenborg e la massoneria esoterica.
I tarocchi vengono associati alla cabala e alle 22 lettere dell’alfabeto ebraico, sottointendendo l’origine dell’alfabeto ebraico come un’evoluzione di una simbologia prearcaica appartenente agli Egizi.
Queste affermazioni furono sostenute e avvalorate da Etteilla che, inseguendo le teorie di Court de Gébelin scrisse un trattato di 10 lezioni Qabbalah “Lettere al Barone Spedalieri di Eliphas Levi – Dieci Lezioni di Qabbalah” dove lo stesso Etteilla dichiarò che le carte dei tarocchi erano originate dal leggendario Libro di Thoth (si dice sia stato nascosto in biblioteche egiziane segrete ed ora risulterebbe disperso), nel quale si celavano i misteri dei cieli e le predizioni di eventi planetari futuri.
Per quanto non si abbia certezza alcuna delle origini, varie scuole di pensiero, nei secoli, hanno dato la loro versione studiandoli tra alchimia, sincronicità, occulto e divinazione.
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“I Tarocchi e la tarologia tra alchimia, sincronicità, occulto e DivinAzione”
reputando Il tarocco uno degli strumenti di divinazione più popolari al mondo oggi, attraendo le persone nella sua magia per secoli.
C’è chi utilizza i tarocchi per prevedere il futuro e chi li utilizza come strumento per l’evoluzione spirituale.
A tal proposito prima di addentrarci nella cronologia storica di alcuni “Maestri” studiosi dei tarocchi è bene fare la distinzione tra cartomanzia e tarologia; due metodi divinatori ugualmente validi e al contempo sovrapponibili tra loro ma con sottili differenze interpretative.
Definizione di Cartomanzia da wikipedia:
Principio della cartomanzia
Il principio base della cartomanzia, esercitata con ogni mazzo, si basa su un motto dell’alchimia: “Come sopra così sotto”, intendendo il “sopra” come il grande universo metafisico, e il “sotto” come la realtà fisica del mondo intorno a noi.Più semplicemente, il mosaico delle carte estratte, attraverso l’interpretazione dei simboli o delle allegorie in esse contenute e delle posizioni da esse assunte, ci possono fornire una buona approssimazione delle conseguenze derivanti dalle nostre scelte attuali (metodo intuitivo) o addirittura fornirci una indicazione sul da farsi o su ciò che comunque accadrà qualunque cosa decidiamo di fare (metodo sacrale). Più praticamente le carte divinatorie possono essere usate sia per leggere un eventuale futuro sia per svelare, a chi le studia, particolari aspetti di se stesso.
Definizione di Tarologia
La tarologia è di fatto “il racconto dei Tarocchi sul tuo percorso di vita” come meglio ti spiego in questo articolo “I Tarocchi e la tarologia tra alchimia, sincronicità, occulto e DivinAzione”
Le immagini dei Tarocchi sono icone sacre care agli alchimisti di tutti i tempi. Attraverso Codici e Leggi, per gli esoteristi il simbolismo dei tarocchi non solo “racconta” le leggi universali ma sono molto di più che un semplice strumento di predizione dell’avvenire.
Una profonda conoscenza del significato di ogni singolo arcano, ci permette di addentrarci nel percorso animico sulla persona, sul destino e sulle leggi che lo governano consentendo una comunione tra l’essere umano ed il sacro.
Sono innumerevoli gli autori di tarocchi e studi sulla Simbologia dei Tarocchi tanto da poter davvero credere che qualcosa di magico ed attrattivo per l’uomo sia sperimentato dalla notte dei tempi e a tal proposito vorrei menzionare brevemente i “padri europei che permisero il diffondersi di questo metodo di divinazione così affascinante da crearne nei secoli infinità di versioni
Jean-Baptiste Alliette, meglio noto come Etteilla (1738 – 1791) attinge a queste teorie e pubblica il suo mazzo nel 1789, uno dei primi progettati esplicitamente come strumento di divinazione e alla fine chiamato il tarocco egiziano, fornendo le immagini per il primo mazzo di tarocchi con le immagini rappresentati nelle sale di Amenti.
La loro divulgazione in Europa non ha date certe se non alla fine del XIII secolo da documenti ufficiali che ne confermano l’esistenza.
Subito dopo ricordiamo Eliphas Lévi, pseudonimo di Alphonse Louis Constant, (8 febbraio,1810-31 maggio,1875) fu il più famoso studioso di esoterismo dell’Ottocento. Levi stabilì per la prima volta un rapporto preciso fra le 22 lettere dell’alfabeto ebraico e i 22 Trionfi dei Tarocchi, da lui definiti “Arcani maggiori”, indicando in queste figure la chiave per la comprensione di tutti gli antichi dogmi religiosi. Dopo quest’opera capitale, Levi pubblicò numerosi altri volumi dedicati alle tradizioni magiche e diventò il punto di riferimento principale per gli studiosi di esoterismo, non soltanto in Francia.
Papus, all’anagrafe Gérard Encausse (13 luglio 1865 – 26 aprile 1916) è stato un esoterista e medico francese, spiegò il significato dei 78 Arcani sviluppando le dottrine cabalistiche sui Tarocchi definite da Eliphas Lévi trent’anni prima.
A lui si deve l’interpretazione degli Arcani su tre diversi livelli esistenziali: fisico, intellettuale e spirituale. Ogni carta riportava, accanto all’illustrazione centrale, la corrispondenza astrologica, il rapporto con una lettera di lingua antica (latino, sanscrito, ebraico ed egiziano) ed infine il segno watan ideato da Saint-Yves d’Alveidre nel suo L’Archéometre (pubblicato postumo nel 1911).
Dieci anni più tardi, Papus pubblicò una nuova opera sull’argomento, Le Tarot divinatoire (Paris 1909) dedicata alla cartomanzia. Il volume era accompagnato dalle illustrazioni di un nuovo originale mazzo di Tarocchi. Ogni carta riportava, accanto all’illustrazione centrale, la corrispondenza astrologica, il rapporto con una lettera di lingua antica (latino, sanscrito, ebraico ed egiziano) ed infine il segno watan (simbolo dell’alfabeto atlantideo) ideato da Saint-Yves d’Alveidre nel suo Archeometrè (pubblicato postumo nel 1911). IMG
Oswald Wirth, amico di Papus, (1960-1943) approfondì lo studio e la simbologia dei Tarocchi. Ridisegnò i 22 Arcani Maggiori o Trionfi, cercando di recuperarne l’antico aspetto simbolico, nonché i giusti colori e significati esoterici. Il suo libro, del 1924, è il trattato forse più famoso e completo sui Tarocchi, e il suo mazzo di carte, sebbene non sia il più diffuso, è probabilmente il più rigoroso dal punto di vista esoterico e simbolico.
Nei primi decenni del Novecento la “Scuola francese dei Tarocchi” cominciò ad essere soppiantata dalla “Scuola inglese” nata in seno a “Hermetic Order of the Golden Dawn”, in italiano Ordine Ermetico dell’Alba Dorata, una società segreta iniziatica fondata sulla tradizione della Qabalah ed orientata al recupero della più autentica tradizione d’Occidente, adottò l’immagine dell’Alba come simbolo del risveglio spirituale, dell’illuminazione alla consapevolezza, che praticava una forma di teurgia e sviluppo spirituale.
The Hermetic Tarot, i tarocchi disegnati da Godfrey Dowson vengono definitivamente considerati l’emblema per l’occulto studiare e possedere tutti gli aspetti della tradizione della saggezza interiore.
La sua costruzione, basata sui quattro elementi, i fenomeni celesti, la Santa Cabala e la psicologia evoluta, può condurre i suoi devoti a recessi interiori di consapevolezza psichica e intuitiva.
Tra i più noti autori dei Tarocchi della Golden Down è ad oggi Aleister Crowley.
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Teoria e pratica devono camminare di pari passo!
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La scoperta che usare i Tarocchi solo per scopi divinatori significa sprecare una grande quantità di strumenti e informazioni che gli arcani contengono, perché la più grande virtù dei Tarocchi sta nella sua funzione di guida.
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